[EN] New arrests have happened in Italy in the framework the affair « Mafia Capitale ». Organizations supporting migrants have worked with the « Ndrangheta », a mafia organization in Calabria, especially on the issue of the over-placement of migrants in reception centers. The Italian government considers heroic its strategy of migrants’ reception, and a huge part of the public opinion considers that the country in crisis should not receive more migrants. Yet, the reality of detention of foreigners swings between business, crime, mafia and drama. From Mineo to Mellilli and Piazza Armerina, Sicily has become a hub where migrants are distributed according to the personal relations of Luca Odevaine, accused of corruption in the scandal of « Mafia Capitale ». A juicy market of about 190 million euros each year. At the core of this system, the selection of migrants obey to a unique law : lottery. Hence a call for transparency and clearness on the management of the centers.
Le vittime, non metaforiche, di mafia Capitale
A chiunque si sia occupato di migranti ed accoglienza, nei partiti o nelle associazioni, è capitato di sentirsi rivolgere una frase che, più o meno, suonava cosi “Si, giusto occuparsene. Ma con tutti i problemi che ci sono in Italia non ti pare che le priorità debbano essere altre”. Innegabilmente è una frase che fa riflettere, perché sai che tratti un tema complesso, perché sai che questa frase è senso comune, anche prima dell’ondata strumentalmente creata che vede nel migrante un nemico che aggrava la già drammatica condizione sociale di questo paese.E perché sai, anche, che non è facile spiegare cosa sia un CIE o un CARA, magari stipato all’inverosimile e abbandonato nel nulla nel centro della Sicilia, a chi in una struttura simile non ha mai messo piede ma legge su siti spazzatura o giornali poco accorti di strabilianti cifre destinate a migranti ed accoglienza.
Ci provi comunque a spiegare, a dire che non si tratta solamente di un sacrosanto principio umanitario e di accoglienza, ma che dentro quelle strutture c’è chi specula, chi usa denaro per arricchirsi, chi ha messo in piedi un vero e proprio business. Ed è difficile.
O meglio, lo era. Perché la vicenda descritta nelle intercettazioni e nell’ordinanza dell’operazione che ha cominciato a fare luce sull’intreccio tra criminalità, mafie, affari e politica a Roma restituisce un quadro ancor più drammatico di quello che avvertivi e che percepivi. Offre le prime vere risposte che la politica non è stata mai in grado di fornire. Ci dice di numeri e meccanismi, ci dice che “con gli immigrati si guadagna più che con la droga” e ci mostra il meccanismo, squallido, che sta alla base di quella macchina dell’accoglienza che l’attuale ministro degli interni definiva “Eroica” tanto da far meritare all’Italia la medaglia di “Campione dell’Assistenza”. Affermazioni assai ardue da far digerire oggi, soprattutto a chi quell’eroismo ha visto a Mineo o tra i materassi gettati per terra in altri centri.
Le parole e le azioni dei vari Odevaine, Buzzi e compagnia orrenda restituiscono il senso ad un impegno che, nella stampa e nell’opinione pubblica, era, ad essere buoni, visto come materia di serie B o C. Ma, personalmente, contribuiscono anche a dare seguito ad una sensazione di inutilità della politica. Perché se solo oggi, dopo arresti e perquisizioni, il sistema Mineo viene alla luce e diventa materia di dibattito, per altro secondaria, è evidente che la Politica non è riuscita ad arrivare in tempo. Se solo oggi qualche deputato del territorio si sveglia, magari dopo aver raccontato per anni la favolette del “va tutto bene”, è evidente che la politica, una parte di essa per essere giustamente precisi, ha delegato a magistrati e procure un compito che non dovrebbe essere solo loro.
Dal 2011 ad oggi da Mineo sono transitati milioni e milioni di euro, mentre le condizioni dei richiedenti asilo peggioravano. Mineo, stando alla carte della procura, era un serbatoio di uomini e denaro. Una gigantesca macchina che serviva per creare illeciti guadagni. Con uno strano rapporto con il territorio, costruito negli anni dello strapotere del PDL, lontano chilometri da ogni centro abitato ma solerte nel fornire ai comuni del consorzio, ad oggi 6 su 9 ad amministrazione PD, fondi per feste e sagre.
Mineo è una macchina infernale, in cui guadagnano tutti. La società che possiede la struttura, già utilizzata per ospitare le truppe USA di Sigonella, che passa in pochi giorni dall’ipotesi di affitto individuale a 900euro delle villette ad un appalto milionario. I livelli dirigenziali, con indennità e contratti di consulenza ricchissimi, Odevaine fino al giorno prima dell’arresto era contemporaneamente dipendente part-time e consulente del consorzio. Chi sfrutta le ragazze ospitate, costringendole a prostituirsi, in una storia in cui ancora molti sono i lati oscuri. Una macchina incomprensibile, incapace per dimensioni e posizione di svolgere il ruolo istituzionale di centro per richiedenti asilo, incapace di integrare. Una macchina mangiasoldi utile a tutto e a tutti fuorché ai migranti “ospitati”.
Una macchina da chiudere, finalmente. Per abbandonare, definitivamente, un sistema di speculazione odioso. E, anche, per chiedere scusa a chi da questo inferno ha guadagnato solo la forza per farla finita. L’ultimo di una lunga serie. Un nome che non troverete nelle carte dell’inchiesta e men che meno nelle foto delle cene d’affari della cricca romana. È il nome di un ragazzo eritreo di 21 anni, Mulue Ghirmay, fuggito da fame e guerra e venuto in Italia. Morto suicida in una sera del dicembre 2013 in quel “gioiello dell’accoglienza” chiamato CARA di Mineo. Perché il sistema consente di fare con gli immigrati più soldi che con la droga, ma come con la droga lascia dietro anche il sangue.
Link of the article:
http://www.loraquotidiano.it/blog/le-vittime-non-metaforiche-di-mafia-capitale/
See also:
http://cartadiroma.waypress.eu/RassegnaStampa/LetturaNL.aspx?dest=fratucello@arci.it&cod=122014MI2520612003
http://cartadiroma.waypress.eu/RassegnaStampa/LetturaNL.aspx?dest=fratucello@arci.it&cod=122014SIF518312002
Informations
Date(s) of publication: 09/12/2014Credits: L'Ora quotidiano
Spotlight
- [EN], Global Detention Project, The detention of asylum seekers in the Mediterranean region
- Ecuador [EN] Global Detention Project, Ecuador Detention Profile
- France [FR] Le Monde, Cazeneuve revives the match left wing – right wing concerning expulsions
- Cyprus [EN] KISA, Serious violations of detainees’ rights in the detention centre of Mennogeia
- Belgium [FR] Steenrock, Make music, not immigration detention centres !